Statali, prossima la riforma delle carriere, ce la chiede l’Europa

carriere veloci e per note caratteristiche, sembra la volta buona come nel settore privato

Era il lontano 1993 quando su delega del Parlamento fu emanato il DLgs. n. 29/93 con il quale si sanciva il processo di privatizzazione del pubblico impiego e l’uscita dal regime pubblicistico. Siamo ancora qui, dopo 30 anni a discutere di promozioni per merito di lavoro esattamente come avviene nel settore privato dove si può entrare garzone e sperare di fare carriera ed uscire in pensione da capo officina per la semplice circostanza di vedere riconosciuto il proprio impegno di lavoro con risultati tangibili certificati in note caratteristiche annuali.

carriere degli Statali, il vincolo esterno si conferma il solo strumento efficace

Sembra che sia questa, la volta buona. La riforma delle carriere ce la chiede l’Europa infatti, ed il Governo pare che si sia messo di buzzo buono a lavorarci perché il vincolo esterno, purtroppo, ancora una volta si conferma essere il solo strumento efficace a piegare i puristi della Costituzione, manco fosse il Vangelo immutabile nei secoli dei secoli. Dopo che generazioni di volenterosi lavoratori sono stati mortificati nelle competenze e discriminati nelle responsabilità che si acquisiscono di fatto nella sola trincea del lavoro.

con la riforma delle carriere, finalmente uguali pubblico impiego e lavoro privato

Ci voleva una diserzione di massa dal pubblico impiego perché entrasse nella zucca dei burosauri l’opportunità, la necessità di avviare una reale equiparazione tra lavoro pubblico e lavoro privato riconoscendo il riassetto delle carriere per meriti di traguardi ciclici raggiunti piuttosto che per caselline barrate in modulo di concorso formulato per inutili, teorici principi astratti. Ora che la dilazione del rientro dal deficit è stata associata alla riforma delle carriere nel pubblico impiego, forse ce la faremo a superare il concetto di selezione teorica con il più efficace concetto di bravura dimostrata allo sportello per la soddisfazione degli utenti.

ai vecchi travet, non resta che la class action

Intere generazioni di bravi lavoratori del pubblico impiego hanno visto la loro carriera procedere a passo di lumaca come se a lavorare per lo Stato ci fossero stati vecchi Mosé. Bisognerebbe che i vecchi promuovessero uniti un’azione collettiva nei confronti delle Amministrazioni dalle quali hanno dovuto elemosinare bandi di concorsi per vedersi riconosciuti in busta il loro giusto valore professionale ed oggi, quelli che lavorano dal 1995 in regime contributivo esclusivo, si ritrovano sulla soglia della porta d’uscita con un montante contributivo ridimensionato che li vedrà ridotti in miseria nell’ultimo tratto di vita buttati via come ferri vecchi

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