Volevamo i colonnelli ed è arrivato Zangrillo con la sua faccia da pacione rassicurante. Gli italiani hanno eletto un Governo conservatore ed a leggere i primi provvedimenti sembra che si siano ritrovati con una Giunta militare di stampo sudamericano. Dopo lo stop all’utilizzo della più agile e sicura moneta elettronica per le piccole spese quotidiane, una vera e propria fobia passatista, giovedi’ primo dicembre, abbiamo avuta la notizia che il Consiglio dei Ministri ha licenziato lo schema di DPR per il nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici che varrà per tutte le Amministrazioni civili dello Stato, ma che a tratti sembra richiamare alla mente
il codice militare con i suoi ordini e consegne perentorie: «il dipendente
è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio,
al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza (e passi), o della pubblica
amministrazione in generale» (?). Non solo. Per gli statali che stanno sui social, meglio non
mettere riferimenti nei loro profili all’amministrazione per la quale lavorano. Se sulle loro
bacheche dovessero apparire commenti offensivi, sarebbe considerata una “aggravante”.
Se dalle piattaforme social, si legge nel nuovo codice di comportamento, sono «ricavabili o
espressamente indicate le qualifiche professionali o di appartenenza del dipendente»,
questo «costituisce elemento valutabile ai fini della eventuale sanzione disciplinare».
Silenzio, il nemico ti ascolta. Di specie, questo feroce nemico sarebbero i cittadini contribuenti ai quali i dipendenti pubblici, se proprio dovessero avere dentro il sacro fuoco della informazione e lo spirito di servizio necessario, potranno in rigoroso anonimato, esclusivamente rispondere facendo proprie le frottole della propaganda di governo. Quale che sia il colore in voga a Palazzo Chigi. Credere, obbedire, ma che gli Statali non si azzardino a combattere la battaglia dell’efficienza e dell’efficacia oltreché della economicità portando in rete il loro libero pensiero quale contributo ad una Italia migliore, solida, democratica e forte in grado di rispondere ad una domanda dei cittadini che le nuove tecnologie hanno resa sempre più prossima, in una dialettica aperta e franca.
Puntualizziamo. Su queste pagine di critica ed informazione non si è mai sostenuta licenza a diffamare e/o a denigrare le istituzioni della Repubblica. Rivendichiamo, però il diritto di dare corpo e senso alle libertà Costituzionali di cui all’art. 21 fuori dagli orari di servizio come ogni altro cittadino italiano. Oltretutto, ricordiamo al Governo ed al mega manager intergalattico chiamato a palazzo Vidoni, che i dipendeti delle Pubbliche Amminitrazioni in modo particolare i docenti di ogni ordine e grado per oltre due anni nel corso della pandemia, sono stati il solo volto che i nostri ragazzi ed i nostri giovani hanno visto dello Stato ogni mattina, avviando il computer di casa o lo smartphon per seguire le lezioni impartite con professionalità, fantasia, efficacia di strumentazione. Durante il confinamento da covid, i dipendeti pubblici hanno potuto garantire la continuità di servizio e lo Stato nei profili social dei suoi uomini e donne migliori, ha potuto continuare ad affermare la sua esistenza in vita.
Se ci avete illusi e non vi sentite pronti al nuovo mondo, venite via dal Governo della Repubblica democratica.
Voi della trimulti (Cgil; Cisl; Uil-Pa; Uil fpl), fateci conoscere quali iniziative intendete intraprendere prima che questo sconcio entri in vigore il 30 giugno 2023.