PA digitale al serviziodel cittadino su carta

PA in versione beta, risultati ancora su carta

La Pubblica Amministrazione è digitale, trasparente e al servizio del cittadino. A dirlo sono le slide del Ministero. Peccato che il dipendente debba ancora farsi il segno della croce tutti i giorni all’arrivo in ufficio davanti a PEC che non partono e piattaforme che vanno in tilt ogni due clic.

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Dietro le fanfare del PNRR si nasconde una realtà grottesca: software scelti e non si comprende con quale criterio; formazione anacronistica quando non del tutto inutile che in luogo delle competenze, focalizza le procedure burocratiche. Non di rado si ascoltano quasi increduli dirigenti che chiedono: “ma il backup te lo salvo su Word?” Dipendenti impiegati a piattaforme inadeguate a rispondere ai nuovi bisogni.

Il risultato? Pochi sono quelli che tolgono le castagne dal fuoco e garantiscono efficienza e continuità, per poi finire emarginati nelle classifiche di merito e vedere quelli che non capiscono niente ottenere i premi della eccellenza. Il paradosso digitale è servito.

Digitalizzare senza meritocrazia è come dare un tablet a un contadino del ‘700: lo usa per piantare i chiodi. Finché i premi andranno ai soliti noti, il futuro della PA sarà sempre una versione beta, malfunzionante in attesa di calibrazione e perfezionamento.

I meccanismi di valutazione delle performance sono ridotti a farsa burocratica. Nessuna analisi reale, solo pagelle politiche predeterminate, distribuite per non scontentare quelli che potrebbero surriscaldare il clima

Chi lavora bene viene ignorato. Chi obbedisce ai dirigenti, incassa. Chi si nasconde, gode di coperture sindacali. E i cittadini? Zitti e in fila.

Nella PA il merito è come il Sacro Graal: tutti ne parlano, nessuno l’ha mai visto. Ma tranquilli, il premio arriva lo stesso. Basta non fare troppo e non disturbare troppo. Anzi, meglio se non fai proprio nulla.

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