Sarà un’infornata di giovanissimi massimo ventiquattrenni. Laureati o prossimi alla laurea con ottimi voti, passeranno direttamente dalla panca delle aule universitarie alle scrivanie degli uffici. Giovani e va bene, a svecchiare il pubblico impiego, purché ciascuno resti a casa sua! E’ quanto prevede il Decreto attuativo degli accordi tra le università regionali e le pubbliche amministrazioni che a giorni si apprestano a firmare Zangrillo ed il Ministro della Università Annamaria Bernini .
Quasi a voler contraddire i buoni propositi con gli innesti di energie fresche dagli orizzonti larghi e dallo sguardo lungo, continentale di generazione erasmus, il Decreto prevede che le pubbliche amministrazioni potranno firmare accordi per assunzioni di giovani cime delle accademie, solamente con le università che insistono sul territorio di competenza. Al massimo si potranno spingere appena oltre regione, nel territorio immediatamente confinante. Quindi, l’esperimento che avrà durata triennale (2024-2026), è evidente che non si pone ad obiettivo il solo riequilibrio generazionale, ma nella sostanza, avvia quel processo che è da sempre la battaglia politica della Lega nord per l’indipendenza della padania, oggi forza di governo sotto copertura nazionale: via i terroni dagli uffici del nord. Preferiamo che siano immigrati naturalizzati, ma non meridionali a lavorare in padania. La vittoria postuma, policamente s’intende, del senatur Umberto. Il Bossi delle trecentomila baionette pronte a scendere dalle valli. Ha tenuto duro per davvero e ce l’ha fatta a buttare fuori dagli uffici pubblici del nord Italia, i giovani meridionali alla ricerca di una vita in Patria da stranieri. Oggi, che possono accedere per legge all’impiego pubblico oltre che i cittadini dei paesi UE anche gli stranieri residenti, a breve leggeremo bandi di concorsi riservati alle intelligenze regionali. Con le lungaggini della nostra giustizia, faranno in tempo questi ragazzi a diventare di ruolo, ma è del tutto evidente che questo Decreto è contra legem e destinato ad essere cassato dai Tar e dal successivo giudizio del Consiglio di Stato. Perché, un bravissimo ingegnere di Canicattì, non potrebbe aspirare all’ufficio tecnico di Pordenone e magare vedere il suo posto occupato da una schiappa lussemburghese?