Tomo, tomo, cacchio, cacchio, il nuovo codice di comportamento del pubblico impiego è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, numero 150 il 29 giugno 2023. Calato dolcemente dall’alto con la collaudata prassi del silenzio/assenso della trimurti nel periodo migliore, quello delle ferie, perchè sotto l’ombrellone, aiutati dallo iodio in riva al mare, il rospo fosse digerito evitando quel senso di inquietudine che si solleva negli uffici affollati tra i datori di lavoro, messi in agitazione dal sibilo sottile degli impiegati che fanno giungere alle orecchie i segnali della protesta al solo accenno di applicazione di norme, regolamenti e circolari che vanno ad invadere e pretendono di comprimere la sfera del privato e la tutela costituzionale delle libertà di pensiero ed espressione agitando lo spauracchio delle sanzioni disciplinari. Schizzofrenico Stato, questo nostro, che tollera i suoi funzionari di giustizia quando lanciano con le loro sentenze il guanto di sfida al legislativo disapplicando le leggi della Repubblica ed invece, esige la vigilanza ferma ed intollerante dei suoi impiegati civili qualora esprimano un legittimo dissenso esercitando la libertà di critica in rete e sui social network entrati di diritto nel costume tanto dei giovani, quanto degli adulti emancipati dall’ossequio politicamente corretto ai poteri datoriali e politici fuori dell’orario di servizio. Comprenderete, leggendo la regolamentazione del nuovo codice di comportamento, che dal 14 luglio p.v. oltre a spegnere le luci ed a portarvi la carta igienica da casa, care colleghe, sarete obbligate a non qualificarvi in rete; ad essere inclusive per forza maggiore anche delle porcherie piu’ assurde che vi rivoltano lo stomaco, ma vanno di moda; ed a non rilanciare sulle vostre bacheche social alcun link che potesse urtare la sensibiltà dei burosauri romani messi sotto scacco dagli invasati di Bruxelles!!!