smart workers, poche facce di scioperati

Poche sono state le facce messe dai lavoratori in agile sullo sciopero indetto da “smart wolkers union” lo scorso 28 ottobre. Ancora troppo forte il legame con le organizzazioni sindacali tradizionali che però sembrano ignorare o non comprendere, i rischi posti all’ordine del giorno dalle nuove categorie di lavoratori specialisti, agili e moderni, che pur popolano gli uffici pubblici e molto spesso sono determinanti nel sopperire le carenze strutturali della Pubblica Amministrazione italiana e risolvere, non senza fantasia, i guasti e le critiche lentezze delle farraginose prassi istruttorie disegnate per un regime cartaceo oramai giunto al tramonto. La piccola avanguardia di colleghi di tutt’Italia ai quali ci siamo uniti, ha inteso fondamentalmente scioperare non già per restare comodi sul divano a far nulla, bensì per sollevare un movimento di opinione tra i lavoratori del pubblico impiego insolitamente rassegnato alle recenti disposizioni del DM Brunetta di rietro indiscriminato in presenza ed ancor più sopito all’approvazione della mozione di maggioranza alla Camera, con la quale si cancellano totalmente i processi di innovazione che faticosamente, sotto la spinta del covid-19, le PA si avviavano a irregimentare. Ben altri reazioni aveva fatto registrare il movimento dei lavoratori pubblici alla riforma Brunetta del 2009, oggi invece Landini se ne va sottobraccio a Draghi e tutto va bene. Il lavoro in presenza ritorna modalità ordinaria; nuovi vincoli ordinamentali del lavoro a distanza, introducono la condizione di strumentazione in uso esclusivo di proprietà delle pubbliche amministrazioni, campa cavallo coi bilanci in rosso di molti EELL ed allegramente il lavoro agile finisce per essere marginalizzato restringendo il campo di applicazione; lo “smart working” di fatto, da strumento di innovazione si trasforma in corollario per le categorie a tutela rafforzata ed un espediente elitario per le fasce di impiego apicale. Cgil, Cisl e Uil restano ai tavoli. Per contrattare che cosa, non si comprende. Se non per lo smart working, ci dite quando vi deciderete a scioperare per fermare questa restaurazione cartacea?

La riforma Dadone, è stata la sola riforma della PA che alla prova d’esercizio, ha reso di gran lunga meglio, raggiunto e superati abbondantemente gli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità fissati dal T.U. del pubblico impiego D. 165/01

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