Laurea in tasca, ma non sanno scrivere in lingua italiana. I nostri dottori in giurisprudenza, hanno commesso gravi errori grammaticali alle prove del concorso in magistratura. Sono stati infatti bocciati nella quasi totalità i candidati che a leggere i titoli accademici posseduti, sarebbero dovuti essere esperti della disciplina umanistica per antonomasia, la giurisprundenza. Il titolo che apre l’accesso all’Ordine giudiziario, ad uno dei tre poteri dello Stato. Quello dei tre, con esecutivo e legislativo, al quale demandiamo la tutela dei nostri diritti e l’esercizio delle misure restrittive delle nostra libertà. La scuola inclusiva, una pedagogia populista che ha preteso di prescindere dal profitto di apprendimento e regalare titoli accademici e professionali, vuoti di contenuti. Una generazioni di inclusi, che alla prova d’esame e’ stata respinta in massa cioe’, messa in età matura, di fronte alla dura realta’ della vita ch’e’ fatta di impegno, sacrificio, serieta’, perseveranza, risultati. Una egemonia dell’ignoranza, che dal 1968 ad oggi vede impegnato il sistema educativo italiano nella costruzione della societa’ egualitaria dei diritti che non esige meriti ed ancor peggio, non chiede il corrispettivo in doveri. Tra le rovine del progressismo destrutturante che abbiamo ereditate, e’ forse la piu’ grave e pericolosa alla quale dovremo far fronte senza ulteriori indugi. (fonti: 1, 2, 3)