A settembre tutti in presenza, annuncia sbrigativo Brunetta. Dunque, per dare la botta definitiva al PIL, bisogna ad avviso del Ministro, che ci s’intruppi nuovamente in ufficio; si ritorni ad ingolfare il traffico cittadino, a far impennare l’ago delle centraline del CO2 con gli scarichi delle nostre marmitte; si torni all’ammasso sugli autobus e le metropolitane. Così, a viaggiare vicini, vicini agli studenti. In modo tale che il covid-19 ritrovi le condizioni ideali per fare il suo infame lavoro. Epperò, nella stessa intervista, il buon Renatino osserva che siamo entrati in un’altra Pubblica Amministrazione, in forza del PNRR assumerà migliaia d’ingegneri, tecnici informatici, giovani professionisti che metteranno al passo coi tempi l’organizzazione degli uffici pubblici con un’offerta digitale di servizi che in concorrenza col settore privato, sarà in grado di rispondere tempestivamente in tempo reale alle esigenze di imprese e cittadini. Esattamente quanto è accaduto lavorando a distanza da casa, dove risparmiandoci il disagio degli snervanti spostamenti; le fatiche del parcheggio; le attese infinite alle fermate dei bus; le frizioni da coabitazione forzata in spazi spesso angusti, abbiamo risposto h24 ed in tempo reale ad ogni richiesta pervenuta per vie brevi con tutti gli strumenti privati messi a disposizione del datore di lavoro investendo risorse personali, non pubbliche. Da casa, dove anche i vecchi, hanno imparato ad acquisire nuove e più avanzate competenze supplendo in autodidattica sul campo, la mancata formazione delle Amministrazioni. Quindi, deciditi una buona volta e per sempre, caro Renato: come la vuoi questa PA? Agile, digitale ed efficiente al massimo delle potenzialità; oppure vuoi ammassarci nuovamente l’uno sull’altro ogni giorno nei vecchi uffici disadorni a passarci carte ed apporre inutili timbri e per favore, smettiamo di agitare strumentalemte questo benedetto PIL che, rilevamenti automatizzati da algoritmi, ci certificano aumentato in “smart”, molto di più di quanto accade in presenza non fosse che per le ore di viaggi e trasporto risparmiate dedicate alla produzione reale. Ascolta, col nuovo contratto saremo disposti anche a rinunciare ad una quota ragionevole di ferie e permessi; purché ci lasci lavorare in santa pace da casa dove i risultati sono misurabili dai “records” generati piuttosto che dalle moine messe in scena per la soddisfazione dell’ego dirigenziale