quota 100, metà degli Statali resta incatenata alla scrivania

a smentire i luoghi comuni che vorrebbero lo Statale stufo e demotivato, pronto a scappare via per abbandonare il lavoro alla prima finestra utile costi quel che costi, i dati dell’ INPS: sono ottomila i pubblici dipendenti che hanno preso a volo quota 100 per andare in pensione anticipata con decorrenza primo agosto. Altri cinquatamila si accoderanno a questi entro fine 2019 per un totale di 58.000 pensionati tra quelli che hanno maturato i requisiti di quota 100 e cioé, 62 anni d’età e 38 anni di contributi. Gran parte dei quotacentisti sono scappati dagli Enti Locali e dalla sanità. A settembre seguiranno quelli della scuola. Nelle previsioni del Governo sarebbero dovuti essere centomila, i numeri invece dicono che i delusi della Pubblica Amministrazione sono poco più della metà degli aventi diritto, i restanti 42.000 hanno deciso di incatenarsi alla scrivania fino alla vecchiaia e ne siamo convinti, una parte significativa di questi sarebbe capace di trattenersi in servizio fino ai 70 anni se non gli fosse stata interdetta la possibilità dal Decreto salva Italia di Monti. A ben riflettere, coi tempi che corrono e coi nuovi padroni venuti a colonizzare il sistema produttivo italiano “afferra il marchio e delocalizza”, il posto sicuro nella Pubblica Amministrazione rimane di tutto riguardo in termini di condizioni di lavoro. Chi lo nega e si lamenta, è in mala fede. Altra storia sono le relazioni, i rapporti e gli abusi che alcuni tra i più deboli patiscono nel silenzio complice dei sindacati, in nome di costumi e pratiche di iniziazione ignobili consolidate dalla consuetudine e delle quali pur abbiamo scritto e non mancheremo di appuntare anche in futuro.

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